Oggi vogliamo raccontarvi una storia fatta di piccole cose, semplici prove che suscitano rispetto e commozione.
La nostra storia è ambientata a Bronte, nelle campagne nel paese, tra gli innumerevoli pistacchieti.
In uno scenario semplicemente magico, si trova la Masseria Lombardo, un’antica struttura che al suo interno ospita la prima cartiera del bacino del Mediterraneo.
Ma torniamo indietro nel tempo!
La Masseria, nota anche come Museo dell’Antica Civiltà Locale è una testimonianza di insediamenti umani della zona fin dal lontano 500 d.C.
La struttura, costruita dai nostri amici Arabi, negli anni, fu dimora e luogo di lavoro e meditazione dei monaci benedettini di Maniace.
La scoperta di questo luogo quasi mistico, immerso nei pistacchieti, avvenne intorno agli anni 70.
Dopo una brutta eruzione dell’Etna, che fa da sfondo alla proprietà, un privato Nunzio Lombardo, capì l’importanza del luogo e avviò un progetto di restauro e conservazione di antichi oggetti, reperti e costruzioni per salvaguardare il patrimonio archeologico relativo agli antichi insediamenti.
Nunzio Lombardo, raccolse poi con un paziente e minuzioso lavoro di ricerca attrezzi e strumenti, utilizzati quotidianamente all’inizio del secolo scorso, i quali costituiscono un vero e proprio museo etno-antropologico.
Nel museo sono esposti, oltre antichi attrezzi utilizzati dagli agricoltori, anche abiti antichi, utensili e arredi vari. La struttura ricostruisce con precisione gli ambienti domestici, la piccola bottega degli artigiani quali il fabbro, il calzolaio e il falegname.
Tra le antiche costruzioni della proprietà sono state poi ristrutturate la Cartiera, la Fornace, la Masseria settecentesca e la Torre di Guardia.
Dopo la morte del fondatore, la Masseria è stata abbandonata. Ma dopo anni, c’è ancora chi come il suo antico proprietario, vede le bellezze della propria terra e cerca di riportarle all’antico splendore.
Da qualche anno la Masseria Lombardo è una proprietà Pistì, dove oltre l’opera di ristrutturazione, ogni due anni raccogliamo i frutti che il terreno brontese ci regala: i nostri pistacchi!
Bronte